UN
PO' DI DEFINIZIONI...
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari
dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di
sesso, di razza, di lingua,
di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica
rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di
fatto la libertà e la
uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e
l'effettiva partecipazione
di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del
Paese.
Art. 37
La donna lavoratrice ha gli
stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al
lavoratore. Le condizioni di
lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione
familiare e assicurare alla
madre e al bambino una speciale e adeguata protezione.
La legge stabilisce il
limite minimo di età per il lavoro salariato.
La Repubblica tutela il
lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro,
il diritto alla parità di
retribuzione.
(Costituzione italiana))Articolo 21
Non discriminazione
1. È vietata qualsiasi forma
di discriminazione fondata, in particolare, sul
sesso, la razza, il colore
della pelle o l'origine etnica o sociale, le
caratteristiche genetiche,
la lingua, la religione o le convinzioni personali,
le opinioni politiche o di
qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una
minoranza nazionale, il
patrimonio, la nascita, gli handicap, l'età o le
tendenze sessuali.
2. Nell'ambito
d'applicazione del trattato che istituisce la Comunità europea e
del trattato sull'Unione
europea. È vietata qualsiasi discriminazione
fondata sulla cittadinanza,
fatte salve le disposizioni particolari contenute
nei trattati stessi.
Articolo 23
Parità tra uomini e donne
La parità tra uomini e donne
deve essere assicurata in tutti i campi, compreso
in materia di occupazione,
di lavoro e di retribuzione.
Il principio della parità
non osta al mantenimento o all'adozione di misure che
prevedano vantaggi specifici
a favore del sesso sottorappresentato.
(Carta dei diritti
fondamentali dell’unione europea. Nizza, 2000)
Questi sono solo alcuni,
significativi stralci di come le nostre attuali leggi regolino e tutelino la
parità delle opportunità tra uomo e donna, a dimostrazione di come, almeno
nella teoria, si sia creata molta consapevolezza sul ruolo della donna e sul
suo valore in quanto essere umano e cittadina.
La cronaca quotidiana,
però, ancora troppo spesso ci racconta di discriminazioni, abusi fisici e
psicologici che ancora vengono compiuti sulle donne, quasi sempre da parte
degli uomini...l'emancipazione reale della donna, posta come questione di primo
piano dai movimenti femministi fin dalla metà degli anni '60, evidentemente, è
stata raggiunta solo in parte, ed è per questo che ci è sembrato giusto
riflettere sul significato del termine emancipazione e capire meglio il valore
dei movimenti a sostegno dell'indipendenza della donna.
“Vorrei che le donne
avessero potere non sugli uomini, ma su loro stesse.”
Mary
Wollstonecraft, Rivendicazione dei diritti della donna, 1792
EMANCIPAZIONE:
L'etimologia del termine è latina:
è un composto di E (E-/EX- che significa "fuori di") e MANCIPIUM (che
significa "dominio/proprietà"); esprimeva l'atto solenne, presso i
romani, con il quale il padre di famiglia davanti al magistrato ed alla
presenza di cinque testimoni dichiarava il figlio libero dalla propria patria
potestà.Quindi, il termine indica che la persona diventa padrona di se stessa, ha la libertà di scegliere di essere ciò che desidera, di dire o fare ciò che vuole, di non avere vincoli. Il raggiungimento di questa condizione è molto difficile, soprattutto nell'ambito femminile; lo testimonia anche la storia.
E' sulla base di queste
sempre crescenti consapevolezze che le femministe degli anni 70 coniarono
slogan del tipo:
" Io sono mia!"
"Una
donna ha bisogno di un uomo come un pesce di una bicicletta"
Il percorso di emancipazione
della donna, infatti, che secondo noi è uno dei primi passi che si sono fatti
per arrivare alla consapevolezza che fossero garantite per legge pari
opportunità tra uomini e donne, è stato diversamente vissuto nei diversi Paesi,
in particolare in Italia è stato piuttosto lento, in quanto soffocato dal
fascismo che trattò le donne in modo reazionario: erano l'anello debole della
società. La loro utilità consisteva nella procreazione ( per un esercito
forte). Furono approvate numerose norme che ne limitavano la libertà e la
possibilità di carriera (avvocatura e magistratura non erano concesse per gli
sbalzi umorali dovuti al ciclo mestruale!!!!!).
Le due guerre mondiali furono
occasione per le donne di avere libero accesso alle professioni operaie e anche
a quelle intellettuali. Ci furono anche molte eroine partigiane. Ora rimaneva
da sancire una uguaglianza anche a livello legislativo e nella mentalità
comune.
Il primo paese al mondo a dare il voto alle donne è stato la Nuova Zelanda nel1893. In Italia, solo nel
1946 si concesse anche alle donne il diritto di voto.
Il primo paese al mondo a dare il voto alle donne è stato la Nuova Zelanda nel
Il riconoscimento
dell'uguaglianza, anche morale, e soprattutto di una completa emancipazione, lo
si ebbe dopo la ventata del 1968 con le proteste femministe; tali proteste portarono
all'approvazione delle leggi sull'aborto e sul divorzio.
Negli anni successivi, donne di
grande spessore, come Tina Anselmi e Nilde Iotti, occuparono posti di primo
piano nella politica italiana, e, successivamente, sempre più passi in avanti
furono fatti anche in ambito legislativo per sostenere e difendere i diritti
delle donne e quindi il fatto che dovessero esserci pari opportunità tra loro e
gli uomini.
SECONDO NOI... Quando abbiamo parlato per la
prima volta, in classe, di Pari Opportunità, pochi di noi avevano chiaro in
testa che cosa significassero queste parole; poi, approfondendo un pò il
discorso, abbiamo capito alcune cose; innanzitutto, che le pari opportunità non
sono da intendersi solo e unicamente come rapporto tra uomo e donna, ma come
garanzia di uguaglianza di trattamento di tutti i cittadini (ad esempio discriminazioni
verso i disabili).
Abbiamo comunque deciso di
focalizzare la nostra ricerca sul rapporto tra parità ed emancipazione della
donna e, dopo aver svolto alcune ricerche e dibattiti, siamo giunti alla
conclusione che forse, se ben intesi, i termini di emancipazione femminile e di
pari opportunità sono oggi molto "vicini" come significato profondo.
Forse non è troppo azzardato dire che si può intendere, in un'ottica attuale,
il femminismo come idea di uguaglianza, nel senso di parità dei
diritti, non più di contrapposizione a tutti i costi contro gli uomini.
Pensiamo che sarebbe
giusto che ci fosse, veramente, un vero confronto in ambito lavorativo e all’
interno della società tra uomini e donne, smettendo di considerare quello
femminile "il sesso debole".
A volte si sente dire che
la donna è diventata libera come l’uomo perché ha un comportamento sessuale più
libero, ma questa non è vera emancipazione, anzi semmai è il contrario. Probabilmente
le donne non sono aiutate dal fatto che la nostra società in realtà le svaluta,
le propone troppo spesso come immagini di bellezza e desiderio fine a se
stessi.
Spesso se riescono ad ottenere qualcosa in ambiti che
non riguardano la casa, si pensa che le
donne lo abbiano ottenuto per ragioni che non riguardano le loro competenze e conoscenze.
Ci saranno davvero pari
opportunità quando si riusciranno ad abolire tutti questi pregiudizi sul mondo
femminile, non solo con leggi scritte, ma con un cambiamento profondo nelle menti di uomini e donne.
Occorre, insomma,
riconoscere la pari dignità degli esseri umani in quanto tali, a prescindere
dalle differenze di genere, considerando sia donne che uomini come soggetti
della nostra società, liberi di pensare e di agire.
I.C. VAL CENO, classe III
Bardi
Bibliografia:
La Costituzione italiana
Carta dei diritti fondamentali dell'unione europeaG. Solfaroli Camillocci, "Io nella storia", ed. Sei
Vecchio G., Saresella, D., Trionfini, P. “L'Italia contemporanea", ed. Monduzzi
www.pariopportunita.gov.it/
comunicazionedigenere.wordpress.com/2011/06/11/femminismo-ma-cose/
www.psicologiadonna.altervista.org/My_Homepage_Files/Page54.html