domenica 12 dicembre 2010

MORISSOT E SAUVAGE

L'alunno Daniele Vernazza ha riscritto il finale della storia "Due amici" di Guy de Maupassant, cogliendo e reinterpretando allo stesso tempo l'ironia garbata dello stesso autore.......................................................................


La mattina seguente, i prussiani,  dopo aver preso il controllo di un casolare abbandonato nelle campagne francesi, scortarono, sotto lo sguardo vigile dell'ufficiale, Morissot e Sauvage in una camera, dove vennero lasciati, chiusi a chiave, in attesa di un nuovo ordine definitivo.
Alla sera, mentre Morissot parlottava tra sé, Sauvage escogitava un modo per sfuggire ai prussiani. Aveva già in mente un piano infallibile: appena sarebbero arrivate le due guardie col pranzo, Sauvage e l' amico, dopo aver aggredito queste ultime, si sarebbero calati nelle loro parti. Il giorno seguente, vari furono i tentativi di Morissot di liberarsi le mani legate. Era molto agitato alla idea di affrontare il plotone d’ esecuzione. Ma Sauvage, a differenza dell' amico era molto più calmo e paziente; inoltre teneva in tasca un coltellino. Dopo numerosi tentativi, i due  riuscirono fortunatamente a liberarsi dalle corde mettendo così in pratica la prima fase del piano. Quando fu ora di pranzo, le guardie si diressero verso la stanza dei prigionieri, ma ad attenderle vi era un’ amara sorpresa. Appena entrarono, vennero storditi dalle robuste scarpe di Morissot e Sauvage, scagliate con forza da i due compagni di ventura. In men che non si dica, i due amici indossarono la divisa prussiana, e quatti quatti si diressero verso l' uscita. Ma appena varcarono l' uscio, comparve un individuo magro, basso, con un  tono di voce cupa. Sulla casacca, aveva una serie di stelline colorate e un'aquila. Quell' uomo non era altri che il caporal maggiore dell' esercito prussiano. Morissot e Sauvage ebbero un attimo di sussulto, ma tenendo la visiera del cappello abbassata ed il volto chinato, riuscirono ad evitare il pericolo di ricadere nelle mani dei prussiani. Si diressero verso il bosco con l' intento di raggiungere Parigi e comunicare all' esercito francese la presenza dei tedeschi. Ma proprio in quel momento si sentì un suono acuto provenire dal casolare: la fuga dei due prigionieri era stata scoperta; i gendarmi  si disposero sulle tracce delle due spie. Era chiaro oramai anche a quegli esperti di operazioni belliche che si trattava di due abilissime spie francesi disposte a tutto pur di riportare la vittoria sul nemico. Ebbe inizio così per Morissot e Savauge una roccambolesca corsa contro il tempo per la salvezza della vita. Dopo una giornata  di fuga febbrile , disperata, Morissot e Sauvage raggiunsero finalmente Parigi. Andarono a parlare con il capo dell' esercito francese per cacciare i prussiani. Il generale non esitò un istante e poi ordinò con tono perentorio: << Ditemi allora la parola d' ordine! >>. Morissot ci pensò un poco, poi  disse:<< AMOUR POUR LA PATRIE!>>. Il generale convocò allora il suo esercito e partirono alla volta delle campagne su indicazione dei due amici, con nel cuore, questa volta, la certezza di vincere. Terminata la guerra a favore dei prussiani, Morissot e Sauvage accomunati dalla passione per la pesca, non si persero d'animo pensando di aprire una locanda nella città di Marsiglia, dove cucinare i piatti tipici della tradizione. Un anno dopo, il progetto venne realizzato e i due signori francesi furono lieti di inaugurarlo con il nome di " France mon amour".
Alunno: Daniele Vernazza (II A), Scuola media di Varsi.